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piazza Navona

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piazza Navona
Nata come stadio ai tempi dell’imperatore Domiziano, divenuta luogo di mercato e spazio ideale per feste, corse e giostre, piazza Navona è un autentico salotto barocco. Con le sue fontane, l’obelisco, i palazzi e le chiese, rappresenta un complesso urbanistico così raffinato e scenografico da poter essere considerata, senza dubbio alcuno, una delle più belle piazze del mondo.
salotti di Roma
la storia della piazza
Piazza Navona occupa la pista dell'antico Stadio di Domiziano del quale ha conservato perfettamente la forma rettangolare allungata dell'arena, mentre gli edifici circostanti occupano il luogo delle gradinate della cavea. Lo Stadio, fatto costruire da Domiziano prima dell'86 d.C. insieme a un vicino Odeon destinato a gare e prestazioni musicali, costituiva un vero e proprio complesso sportivo-culturale.  Il nome di piazza Navona era originariamente "in agone", proprio in riferimento ai combattimenti navali (agones) che vi si tenevano e per i quali lo stadio veniva appositamente allagato: si trattava di simulazioni di battaglie effettivamente combattute che richiamavano un grande pubblico. Il toponimo della odierna piazza  deriva proprio dal termine agones che per corruzione da "agone" divenne "in agone", "innagone", "navone" e quindi "Navona". Nel medioevo nello stadio furono costruite case e torri e dei suoi ambulacri si fecero magazzini e stalle; contemporaneamente cominciarono le asportazioni di marmi ed il luogo si ridusse ad un gigantesco rudere. Intorno all'anno mille, lo stadio era ancora interamente chiuso, con una sola via che correva lungo le attuali vie di Pasquino e dei Canestrari, mentre la piazza si presentava divisa in piccoli orticelli con qualche casupola e la piccola, primitiva, chiesa di S. Agnese.
A partire dal Quattrocento la zona intorno alla piazza cominciò a svilupparsi, con la costruzione di chiese, ospedali, ospizi e palazzi nobiliari. Le case e le torri medioevali, edificate sulle gradinate dello stadio romano fin dal XIII secolo, iniziarono ad essere sostituite e trasformate negli edifici rinascimentali e poi in quelli barocchi, in un continuo processo di stratificazione che ha conferito alla piazza l'inconfondibile aspetto attuale. La svolta per  la vita della piazza iniziò nella seconda metà del XV secolo, allorché venne qui trasferito il mercato che prima si teneva sulla piazza ai piedi dell'Aracoeli. Luogo di mercato e d'incontro, la piazza divenne anche il luogo delle feste e delle processioni e alla fine del XVI secolo, la piazza iniziò a configurarsi come il vero baricentro della città e fu al centro di importanti iniziative di riassetto urbano.  Essenziali furono, per la miglioria e l'ornamento della piazza, gli interventi promossi da papa Gregorio XIII Boncompagni, che fece edificare tre fontane, compreso un abbeveratoio, al servizio del mercato e degli animali da trasporto che vi affluivano. La forma attuale della piazza, con le fontane, la chiesa di Sant'Agnese, il palazzo Pamphilj e il resto degli edifici che la circondano si definì tra il 1600 e il 1700. Praticamente nulla è cambiato da allora, e in ciò consiste, probabilmente, gran parte del fascino di questo luogo.
Nella piazza furono organizzati fino al XIX secolo, vari generi di spettacoli, celebrazioni, e durante il mese di agosto, quando la piazza veniva allagata chiudendo gli scarichi delle fontane, perfino naumachie. Pur se in forma ridotta la piazza ha mantenuto ancora oggi la tradizione che le assegna il ruolo di spazio per le feste: non a caso qui, dall’inizio di dicembre, ogni anno vi ha luogo la caratteristica fiera dedicata al Natale e all’Epifania.
il salotto di Roma
Autentico salotto di Roma, splendido, luminoso, arioso, piazza Navona vista nell’insieme delle sue componenti rivela immediatamente una grande armonia tra chiese, fontane, palazzi, e ha una caratterizzazione particolare, quella di conservare la forma dello stadio di Domiziano, sopravvissuta per l’esigenza di utilizzare le fondamenta originarie per le nuove costruzioni. La piazza è quasi chiusa a sud da due palazzi: il Braschi, il cui ingresso è in piazza San Pantaleo, e Lancellotti De Torres. Questo edificato nel corso del XVI secolo, presenta una facciata, regolare nelle linee, con un tono severo ma equilibrato ed un solenne portale; il cornicione è decorato con busti leonini, dentelli e rosoni e da un’altana seicentesca.
Superando via dei Canestrari, il primo palazzo che si affaccia sulla piazza è quello costituito dal complesso di proprietà degli Stabilimenti Spagnoli, con la facciata caratterizzata da balconi su mensole ed un portone che ha nell’arco una conchiglia detta “dei pellegrini” in quanto il complesso, unitamente alla vicina chiesa, fungeva da ospizio dei pellegrini spagnoli. Segue la chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, un tempo S. Giacomo degli Spagnoli, che risale al 1450 ed è stata più volte restaurata con lo spostamento della porta d’ingresso (ora sulla piazza, ora su corso Rinascimento). La facciata ha un portale quattrocentesco con due angeli dentro il timpano che sorreggono lo stemma di Castiglia e Leon. Dal settecento in poi, conseguentemente alle vicende politiche e religiose della Spagna, la chiesa subì un lento decadimento e nell’ottocento fu venduta ai missionari francesi del sacro Cuore.
Si succedono quindi altre case di proprietà degli Stabilimenti Spagnoli, unite da un unico cornicione sempre decorato dalle conchiglie e con le facciate  vivacizzate da balconi e da portali nella cui lunetta ricorre lo stemma di Castiglia, un palazzo del Pio Istituto Santo Spirito e palazzo Serafini Scaretti caratterizzato dalla presenza di un unico lungo balcone. Subito dopo il passetto delle Cinque Lune, troviamo un insieme di case, frutto di ricostruzioni del novecento, con balconcini in ferro. Non poteva mancare in piazza Navona una edicola sacra. Si trova al centro dell’insieme di edifici che chiudono la piazza dal lato nord: in essa vi è un dipinto seicentesco della Vergine "Advocata Nostra",  entro una cornice protetta da un baldacchino. Superata via de’ Lorenesi si affaccia palazzo De Cupis: edificato nel quattrocento e ingrandito il secolo successivo, fu sede dell’ambasciatore di Spagna e di cardinali e nelle botteghe al suo interno lavoravano stampatori e librai, nel settecento fu anche sede del teatro Ornani la cui attività si protrasse fino alla fine dell’ottocento.
la piazza di Borromini
Lo scenario di piazza Navona è dominato dall’insieme di edifici dovuti al Borromini: il Collegio Innocenziano, la chiesa di S. Agnese in Agone e il palazzo Pamphilj.
La facciata del Collegio Innocenziano, istituto in cui si preparavano al sacerdozio i membri della famiglia Pamphilj, è dominata da una serliana e l’interno ha un cortile con colonne che formano un’altra serliana e affreschi seicenteschi.
A fianco vi è la chiesa di S. Agnese, edificata nel luogo del martirio della santa, sulla preesistente piccola chiesa, per iniziativa di papa Innocenzo X che affidò nel 1652 l'opera a Girolamo e Carlo Rainaldi, sostituiti, in seguito, dal Borromini, che lavorò alla chiesa dal 1653 al 1657. Questi si attenne quasi completamente al progetto dei Rainaldi, salvo che per la facciata concava, studiata per dare maggiore risalto alla cupola: la grande cupola, la facciata concava e i due campanili ai lati costituiscono un’opera di meravigliosa ed universale bellezza. Unito alla chiesa c’è Palazzo Pamphilj, costruito nel 1650 ad opera del Rainaldi. La facciata con la sua ricca ornamentazione, ha un aspetto monumentale e le finestre hanno nel timpano la colomba, stemma dei Pamphilj. In questo palazzo dominò donna Olimpia Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X ma soprattutto sua principale confidente e consigliera; tutta la piazza rievoca questa donna, soprannominata dal popolo “Pimpaccia”: fu praticamente il suo salotto. Nel suo interno, che oggi ospita l'ambasciata del Brasile, si trova la Galleria Cortona, con gli affreschi di Pietro da Cortona sulle storie di Enea.
le fontane
La monumentalità di piazza Navona è completata dalle tre fontane collocate alle due estremità e al centro  della piazza.
La Fontana del Moro è la fontana posta al lato sud della piazza: eseguita nel 1574 su progetto di Giacomo Della Porta durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni, fu completamente rinnovata nel 1653, ed il papa Innocenzo X Pamphilj affidò al Bernini l'incarico. La scultura centrale disegnata dal Bernini ed eseguita da Giannantonio Mari nel 1655, è erroneamente chiamata il Moro per i suoi tratti somatici, ma in realtà si tratta di un tritone che trattiene un delfino.
La Fontana dei Quattro Fiumi fu edificata per dare una degna sistemazione nella piazza Navona all'obelisco proveniente dal Circo di Massenzio e al progetto del Bernini, il pontefice Innocenzo X Pamphilj autorizzò i lavori e si inaugurò l'opera il 12 giugno 1651. Attorno al monolite furono posizionate quattro statue di marmo bianco alte cinque metri che rappresentano i fiumi. La prima realizzata da Claude Poussin è dedicata al Gange e simboleggia l'Asia; il Nilo per l'Africa è di Giacomo Antonio Fancelli ed ha il capo velato perché all'epoca non se ne conoscevano le sorgenti; Antonio Raggi ha scolpito il Danubio per l'Europa ed infine il Rio de la Plata, simbolo dell'America, è di Francesco Baratta.
La Fontana del Nettuno, sistemata nella parte settentrionale della piazza, detta dei Calderai, fu creata sempre dal Bernini ma per trecento anni rimase priva di statue ed ornamenti. Nel 1873 venne bandito un concorso vinto dallo scultore Antonio Della Bitta a cui fu affidata l'esecuzione del Nettuno, mentre lo scultore Gregorio Zappalà eseguì i gruppi attorno al bacino: cavalli marini, sirene e putti che giocano con i delfini. I lavori terminarono nel 1878.
i colori della piazza
Contribuiscono alla scenografia della piazza i colori che specie nelle belle stagioni caratterizzano i numerosi balgoni che sembrano rincorrersi sulle superfici dei palazzi e che uniti ai monumenti e alle fontane, fanno dello spazio  urbano che ne viene composto uno scenario inimitabile.
salotti di Roma
Bibliografia:
C. Rendina, D. Paradisi - Le Strade di Roma;
G. Carpaneto - Piazza Navona;
G. Carpaneto - Il Rione Parione;
S. Gittarelli - Le Edicole sacre di Roma;
www.laboratorioRoma.it.
© Sergio Natalizia - 2014
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