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Eremo di S. Domenico

Vetrina > Fuori porta
Eremo e lago di San Domenico a Villalago
panoramica
San Domenico Abate, eremita benedettino, all’inizio dell’XI secolo fissò la sua dimora a Prato Cardoso, nella Valle del Sagittario, in un antro naturale dirimpetto alla sorgente del fiume Sega. Qui visse molti anni in solitudine, nella preghiera e nel raccoglimento e per la sua santità e per una serie di miracoli a lui attribuiti, visse venerato da tutte le popolazioni circostanti che lo elessero loro patrono e nume tutelare. Il ritiro di Prato Cardoso divenne presto luogo di culto e vi fu costruito un eremo, che oggi si specchia nelle limpide acque del bacino artificiale creato negli anni ‘20 con una diga sul Sagittario, divenendo meta di devoti e turisti che nel corso dei secoli sono giunti sulle rive del lago. L'accesso al santuario avviene da un piccolo portico impreziosito da una bifora, che offre un magnifico panorama lacustre. All'interno del portico si conservano dei dipinti raffiguranti quattro miracoli attribuiti al Santo: il miracolo delle fave, il bambino restituito dal lupo, la trasformazione dei pesci dell'ingordo in serpi e il ragazzo caduto dalla quercia. All'interno la chiesa, presenta sul lato destro dell'ingresso un affresco della Madonna col Bambino  e, dietro l'altare, la statua di San Domenico. Subito a destra dell'ingresso una piccola porticina conduce alla zona più antica e suggestiva: la grotta del Santo. Dopo alcune rampe di scale, ricavate nel banco roccioso, si giunge all’imboccatura della grotta chiusa da un basso cancelletto in ferro. Sul lato sinistro si trova il letto del Santo, dove egli riposava disteso su alcune travi lignee. La chiesa venne riedificata e modificata svariate volte, la prima intorno al XVI secolo, poi verso il XIX ed infine agli inizi del XX, risultando, alla fine, molto snaturata rispetto a quella originaria. Tra il 1920 ed il 1928, lungo il fiume Sagittario fu costruita una diga poco oltre l’eremo per realizzare un invaso artificiale: il cosiddetto Lago di San Domenico, le cui acque, mediante una condotta forzata lunga 6 chilometri prevalentemente scavata nella roccia, alimentano la centrale idroelettrica del Sagittario, situata a valle di Anversa degli Abruzzi, per produrre l’energia necessaria ad alimentare la linea ferroviaria Roma-Sulmona.
© Sergio Natalizia - giugno 2018
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