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la città degli obelischi

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la città degli obelischi
Gli obelischi per gli Egizi erano un simbolo religioso; per i Romani erano un simbolo di potere, di supremazia, di vittoria; per il Rinascimento un elemento espressivo di arte e di architettura. Una passeggiata per le strade di Roma, la città degli obelischi, consente di ammirare tutta la loro autorevolezza e grandiosità.
Frammenti di storie
Sono davvero tanti gli antichi obelischi, tra egiziani e romani, che svettano fra le vie e piazze di Roma e nessun’altra città al mondo ne possiede un così elevato numero: per questo Roma è soprannominata “la città degli obelischi”. Attualmente ve ne sono tredici, ma in epoca imperiale erano più numerosi. Aveva iniziato ad innalzarli Augusto facendone trasportare due dall’Egitto; Caligola ne fece elevare uno nel circo Vaticano e ben cinque nell’area del Tempi di Iside Campese; su questa scia proseguirono altri imperatori, fra i quali Costanzo che nel 357 fece elevare al Circo Massimo quello che ora si trova al Laterano ed è considerato il più alto conosciuto. Di tutti gli antichi obelischi romani soltanto sette presentano geroglifici originali dell’antico Egitto; gli altri sono di imitazione romana: due, quelli di piazza Navona e del Pincio, hanno iscrizioni di età imperiale romana; quattro, quelli Vaticano, Sallustiano, Esquilino e Quirinale, non presentano geroglifici.
In epoca imperiale gli obelischi non avevano una funzione decorativa ma avevano un significato politico e religioso: erano bottino di guerra, segno della potenza e della capacità tecnica dell'impero ed erano collocati nei templi egizi presenti a Roma, in aree consacrate al dio Sole, davanti a monumenti funerari. Si trovavano, quindi, in luoghi diversi da quelli in cui si trovano oggi. Sono stati i papi a far trasportare questi monumenti nelle piazze della Roma rinascimentale e barocca; il primo è stato Sisto V Peretti (1585-1590). Questo papa, grazie all'architetto Domenico Fontana, trasformò l'aspetto della città: fece infatti costruire grandi strade rettilinee per collegare le basiliche che i pellegrini dovevano visitare e come punti di riferimento il Fontana pensò proprio gli obelischi. Furono recuperati gli obelischi frantumati sepolti, in modo da disporli nei punti strategici del nuovo piano regolatore della città. I monoliti svettavano agli incroci delle nuove strade e dinanzi alle chiese principali frequentate dai pellegrini, che in questo modo potevano avvistare già da lontano il luogo sacro. Se per gli Egizi gli obelischi erano un simbolo religioso e per i Romani erano un simbolo di potere, per il Rinascimento e il Barocco oltre a costituire un elemento espressivo di arte e di architettura rispondente al desiderio  di abbellire la città, costituivano soprattutto un simbolo cristiano di  slancio verso Dio e per questo posizionati nelle piazze più belle, di fronte alle grandi basiliche cristiane. Con il passare del tempo si riscoprì anche la loro valenza estetica e quindi nel Seicento si arrivò a decorare con essi anche parchi e fontane. Gli obelischi continuarono quindi ad essere eretti fino al secolo scorso: a Roma sono infatti presenti anche obelischi moderni, ma questa è un’altra storia.
Obelisco Vaticano - piazza S. Pietro
Fu il primo dei quattro fatti innalzare da Papa Sisto V. È un unico blocco di granito rosso alto più di 25 metri che con il basamento e la croce supera i 40 metri. Innalzato dal faraone Nencoreo III a Heliopolis in Egitto nel VII secolo a.C., fu portato a Roma dall'imperatore Caligola nel 37 e collocato nel circo di Nerone. Qui rimase fino al 1586, quando Papa Sisto V lo fece spostare in Piazza San Pietro dall'architetto Domenico Fontana. Una famosa leggenda su questo obelisco narra che il globo di bronzo che lo sormontava racchiudesse le ceneri di Giulio Cesare e alcuni frammenti della croce di Cristo. Un restauro effettuato nel 1740, provò che ciò non era vero.
Obelisco Lateranense - piazza S. Giovanni in Laterano
E’ il più antico e più alto obelisco di Roma (32 metri, con il basamento e la croce supera l’altezza di 45 metri). Fu realizzato in un solo blocco di granito rosso per volere del faraone Tutmosis III (XV secolo a.C.) e si trovava nel tempio di Ammon a Tebe in Egitto. Portato a Roma dall’Imperatore Costanzo II nel 357 e collocato inizialmente nel Circo Massimo, fu in seguito abbandonato e rimase sotterrato per secoli finché nel 1587 non venne rinvenuto, spezzato in tre tronconi. Per volere di papa Sisto V venne restaurato dall'architetto Domenico Fontana ed innalzato, l'anno successivo, davanti l'ingresso posteriore dell'omonima Basilica, al posto della statua di Marco Aurelio trasferita in Campidoglio.
Obelisco Flaminio - piazza del Popolo
Fu il primo obelisco ad essere portato dall'Egitto a Roma, ed è il secondo obelisco più antico (circa  1200 a.C). In granito rosso, è alto 24 metri, con il basamento e la croce supera i 36 metri. Venne portato a Roma nel 10 a.C. da Augusto dal tempio del Sole di Heliopolis per celebrare la conquista dell’Egitto e collocato nel Circo Massimo insieme a quello Lateranense. Nel IV secolo era ancora in piedi ma in seguito ne fu persa la memoria per circa un millennio. Solo nel XVI secolo ne furono rinvenuti alcuni frammenti, ma fu solo durante il pontificato di Sisto V che fu intrapresa una seria campagna di ricerca e scavo. Fu quindi fatto restaurare ed eretto nel luogo dove oggi si trova da Domenico Fontana nel 1589.
Obelisco Campense - piazza di Monte Citorio
È in granito e ha un’altezza di circa 22 metri ma con il basamento ed il globo raggiunge i 34 metri. Proviene da Heliopolis dove fu costruito nel VI secolo a.C. sotto il regno di Psammetico II. Fatto portare a Roma nel 10 d.C. da Augusto, fu collocato inizialmente in Campo Marzio come gnomone per la meridiana di Campo Marzio. Rimase in piedi fino al X o XI secolo quando, dopo un incendio, cadde e rimase quindi sepolto. Se ne perse la memoria per molti secoli, fino al rinvenimento nel 1748 quando papa Benedetto XIV ne ordinò l'estrazione. Nel 1792 fu restaurato ad opera dell’architetto Giovanni Antinori su commissione di papa Pio VI e collocato in Piazza Montecitorio.
Obelisco Quirinale - piazza del Quirinale
Alto circa 15 metri che con il basamento divengono 22, fu realizzato al tempo di Domiziano ad imitazione degli obelischi egiziani e collocato insieme all’obelisco Esquilino davanti al Mausoleo di Augusto nel 10 d.C. Abbattuto dai Goti, fu dimenticato per molto tempo. Venne ritrovato una prima volta nel 1527 insieme al gemello dell'Esquilino, ma venne reinterrato e così rimase per circa 150 anni, perdendosene la memoria. Fu rinvenuto casualmente nel 1781, durante i lavori per le fondamenta di edifici vicini e nel 1786, papa Pio VI lo fece innalzare sul Quirinale, ad opera di Giovanni Antinori, accanto ai due Dioscuri che provenivano dalle Terme di Costantino.
Obelisco Esquilino - piazza dell'Esquilino
E’ il secondo obelisco eretto a Roma da papa Sisto V. Alto circa 25 metri, fu realizzato probabilmente all’epoca di Domiziano. Di granito e privo di geroglifici, il monolite era collocato in origine davanti al mausoleo di Augusto in Campo Marzio insieme all’altro obelisco che si trova oggi in Piazza del Quirinale. Nell'alto Medioevo, cadde e si ruppe in tre pezzi, finendo presto sepolto. Fu rinvenuto nel XVI secolo nelle adiacenze di Via Ripetta sepolto e spezzato in più parti e ricollocato nel 1587 nella sede attuale lungo la cosiddetta “strada Felice” (da Felice Peretti, il nome di Papa Sisto V) da Domenico Fontana su incarico di papa Sisto V.
Obelisco Sallustiano - piazza Trinità dei Monti
Di granito rosso e alto circa 14 metri, fu realizzato in epoca romana imperiale a imitazione egiziana copiando geroglifici dei faraoni Seti I e Ramses II, ma lo scalpellino romano che li eseguì commise degli errori, perché alcuni segni risultano capovolti. Decorava gli Horti Sallustiani e rimase fortunosamente indenne ed in piedi nel corso delle devastazioni di Alarico e dei Goti. Ma infine cadde anche se non fu mai del tutto perso e dimenticato. Donato nel 1733 a Clemente XII dai principi Ludovisi, fu fatto erigere da papa Pio VI nel 1789 dall’architetto Antinori di fronte alla chiesa di Trinità dei Monti.
Obelisco Agonale - piazza Navona
E' parte integrante della Fontana dei Quattro Fiumi. Realizzato in granito, è alto oltre 16 metri ma con il basamento raggiunge i 30. Opera romana dell’età di Domiziano, fu posto inizialmente nel Tempio di Iside; poi Massenzio lo fece trasportare nel suo Circo sull’Appia Antica da dove Innocenzo X nella metà del ‘600 lo fece recuperare e Gian Lorenzo Bernini tra il 1647 ed il 1651 lo innalzò al centro di Piazza Navona, nella sua Fontana dei Quattro Fiumi. L'iscrizione sul piedistallo ricorda i particolari dell'impresa oltre al significato della fontana sulla quale l'obelisco poggia.
Obelisco Pinciano o Aureliano - viale dell'Obelisco
Alto circa 9 metri, con il basamento e la stella sulla cima supera i 17 metri, fu fatto realizzare dall'imperatore Adriano per il suo favorito Antinoo ma fu poi trasportato nel Circo Variano, nei pressi di S. Croce in Gerusalemme e lì cadde e se ne persero le tracce. Fu rinvenuto solo nel XVI secolo (dal luogo di ritrovamento, presso le mura aureliane, viene chiamato anche "obelisco Aureliano") e collocato provvisoriamente dal Bernini di fronte a Palazzo Barberini. Nel 1713 i Barberini ne fecero dono a Clemente XIV che lo fece spostare nel Cortile della Pigna in Vaticano dove rimase fino a quando, nel 1822, Pio VII lo fece innalzare nei giardini del Pincio.
Obelisco di Dogali - viale delle Terme di Diocleziano
Realizzato all’epoca di Ramses II ad Heliopolis, è alto circa 6 metri e con il basamento e la stella raggiunge i 17 metri. Fu trasportato a Roma per ornare il tempio di Iside ma dopo la caduta dell’impero se ne persero le tracce. Scoperto casualmente nel 1719 durante lavori alle fondamenta della Biblioteca Casanatense, presso la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, solo nel 1883 fu fatto estrarre da Rodolfo Lanciani e rialzato vicino alla Stazione Termini, per commemorare la battaglia di Dogali della guerra d’Africa in Eritrea. Fu spostato poi nel giardino di Via delle Terme di Diocleziano.
Obelisco Macuteo - piazza della Rotonda
Obelisco di granito rosso è alto circa 6 metri e con il basamento e la croce raggiunge circa 13 metri di altezza. Fu eretto da Ramses II a Heliopolis e portato a Roma da Domiziano per essere collocato nel tempio di Iside a Campo Marzio. Rinvenuto vicino a S. Maria sopra la Minerva, verso la fine del '300, fu spostato di fronte alla chiesa di S. Macuto, da cui prese il nome. Fu fatto collocare davanti al Pantheon nel 1711 da Papa Clemente XI (1700-1721), sopra la fontana cinquecentesca di Giacomo della Porta, che fu adattata dall’architetto Filippo Barigioni e arricchita con numerosi elementi decorativi.
Obelisco Minerveo - piazza della Minerva
Si tratta del più piccolo obelisco di Roma: è in granito rosa ed è alto circa 5 metri e mezzo e supera i 12 metri con il basamento e la croce. Fu realizzato in Egitto dal faraone Apries nel VI secolo a.C. e portato a Roma da Domiziano per essere collocato nell’Iseo Campense. Una volta caduto se ne persero le tracce fino al 1665 quando fu rinvenuto nel convento dei domenicani di S. Maria sopra Minerva e fatto nuovamente erigere nel 1667 secondo un progetto di Gian Lorenzo Bernini, realizzato dallo scultore Ercole Ferrara. Questo obelisco poggia sulla groppa di un elefantino così piccolo da meritarsi l'appellativo di “pulcino della Minerva”.
Obelisco Matteiano o Capitolino - piazza della Navicella
E’ un piccolo obelisco alto poco più di 12 metri che si trova all’interno di villa Celimontana. Unico obelisco di Roma a non essere collocato in una pubblica piazza, risale al tempo di Ramses II e proviene da Heliopolis, da cui fu portato a Roma da Domiziano per essere collocato nel tempio di Iside dove fu rinvenuto nel XIV secolo. Ricollocato a lato della gradinata di accesso al convento di S. Maria in Aracoeli, in cima al Campidoglio, qui rimase per circa un secolo (per questo è noto anche come obelisco Capitolino). Il Senato Romano lo donò a Ciriaco Mattei nel 1582 che lo sistemò nei giardini della sua villa al Celio.  
© Sergio Natalizia - 2015
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