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Rione Parione

Temi > Fontane
Le fontane di Parione
Fontana di piazza della Cancelleria
La fontana a parete dell’Acqua Vergine di Piazza della Cancelleria è opera di Publio Morbiducci, vincitore nel 1928, di un concorso comunale che prevedeva la sostituzione di dieci fontanine in ghisa con altrettante fontane "artistiche". L’opera di Morbiducci si ispira al vicino palazzo rinascimentale della Cancelleria ed è realizzata in travertino. La fontana è innalzata su di un piccolo basamento, con decorazione racchiusa da un triangolo entro cui si trova lo stemma del cardinale Ludovico Trevisan che alla metà del quattrocento rimodernò e restaurò il Palazzo della Cancelleria. L’acqua sgorga da una cannella che fuoriesce dal piccolo rosone dello stemma e si raccoglie nella sottostante vasca di forma rettangolare con, sulla fronte, la sigla del Comune di Roma e, ai lati, due pilastrini.
Fontana di Campo de' Fiori
La fontana venne realizzata nel 1924 a ricordo della precedente ora in piazza della Chiesa Nuova, nota come "la Terrina" e collocata, in origine, al centro di piazza Campo de’ Fiori, da cui venne rimossa nel 1889 per far posto al monumento a Giordano Bruno. Della più antica fontana, progettata da Giacomo Della Porta, ad eccezione della copertura, essa ripropone, in parte, la forma. La nuova fontana, alimentata dall’acqua Paola, ripropone la vasca progettata dal Della Porta nelle misure e proporzioni, priva del “coperchio” seicentesco e con notevoli varianti relative alla forma dell’invaso e ai punti di erogazione dell’acqua: la vasca è infatti sollevata su di un dado in modo da emergere completamente al di sopra della quota del bacino esterno; questo, di forma ovale, è composto da blocchi regolari di granito. L’acqua zampilla da un alto boccaglio centrale in bronzo a forma di bocciolo chiuso.
Fontana della Terrina
La fontana, alimentata dall’Acquedotto Vergine, fu realizzata tra il 1590 ed il 1595 da Giacomo Della Porta ed era originariamente posta al centro del mercato di Campo de' Fiori, ma poiché risultava sempre ingombra di mercanzie e rifiuti del mercato, nel 1622 fu sovrapposto alla vasca un enorme "coperchio" in travertino e da quel momento l'opera si guadagnò il popolare appellativo di "Terrina". La fontana era composta da una vasca marmorea a pianta ovale, collocata al centro di un basso bacino incassato rispetto al livello di calpestio, a causa della scarsa pressione dell'acqua Vergine. Alle quattro estremità l'acqua scendeva nel bacino sottostante attraverso boccagli a forma di "rosa". Nel 1889 la fontana venne smontata per far spazio al monumento a Giordano Bruno e nel 1924 venne ricostruita di fronte alla Chiesa Nuova, lungo l’asse di corso Vittorio Emanuele II.
© Sergio Natalizia - 2008-2010-2016
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