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Villa dei Quintili

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Villa dei Quintili
parco archeologico

via Appia Nuova, 1092 - zona Torricola

Era una villa immensa, la più vasta fra tutte quelle del suburbio romano dopo villa Adriana. Era così grande e le rovine così estese, che nei secoli scorsi si pensava che qui fosse esistita addirittura una città, alla quale si dava il nome di "Roma Vecchia". Si tratta invece dei resti della proprietà dei due fratelli, Sesto Quintiliano Condiano e Sesto Quintiliano Valeriano Massimo, da cui il nome di Villa dei Quintili. La villa si estende tra l’Appia Antica e l’Appia Nuova all’altezza del V miglio della "Regina Viarum". L'area in cui si trova era poi stata chiamata fin dal quindicesimo secolo anche "Statuario", a causa delle statue che tornavano alla luce in grande quantità, ma soltanto nel 1828, dopo il ritrovamento di fistule plumbee con scritto: “Quintilii Condianus et Maximus”, fu appurato che il complesso era stata la proprietà dei fratelli Quintilii, appartenenti ad una famiglia senatoria di antica tradizione e vissuti alla fine del II sec. d.C.. I Quintili ricoprirono il consolato nel 151, sotto Antonino Pio, ed ebbero importanti incarichi in Grecia ed Asia sia al tempo di Antonino Pio che di Marco Aurelio. L’imperatore Commodo, avido delle loro proprietà, nel 182 li accusò di aver congiurato contro di lui e li mandò a morte, confiscando così tutti i loro beni, compresa la villa sull’Appia. Qui l’imperatore amò soggiornare a lungo e fece eseguire numerosi lavori di ampliamento, trasformando la villa in una vera reggia di campagna. Alla morte di Commodo la struttura passò ai Severi e quindi ai Gordiani, che nel III sec d.C., modificano alcune strutture. La grande proprietà mantenne la funzione di villa imperiale, stando alla datazione dei restauri e ad iscrizioni e citazioni fino a tutto il III secolo. Originariamente alla villa si accedeva dalla via Appia Antica, attraverso un grande giardino-nifeo; da lì poi si poteva raggiungere il nucleo principale della residenza sulla collina affacciata sulla vallata di fronte: qui una serie di cortili, stanze e ambienti termali costituivano una delle residenze degli imperatori. Il complesso rimase  parzialmente in uso fino al VI secolo, dopo di che andò progressivamente in rovina. Come per tutte le antiche proprietà imperiali, anche il fundus dei Quintili passò nei secoli in proprietà di varie istituzioni ecclesiastiche: nel X secolo viene citato nel patrimonio del monastero di Sant'Erasmo al Celio, poi, dal XII, in quello di Santa Maria Nova (oggi Santa Francesca romana). Alla fine del Settecento la tenuta passò in proprietà dell'Ospedale del Santissimo Salvatore ad Sancta Santorum (oggi Ospedale di San Giovanni), e nel 1797 fu venduta dal Monte di Pietà, che gestiva i beni dell'Ospedale, a Giovanni Raimondo Torlonia. La villa è stata acquisita dallo stato italiano nel 1986 ed è oggi aperta al pubblico, insieme al vicino sito di Santa Maria Nova. Indagini archeologiche portate avanti dal Parco Archeologico dell’Appia Antica hanno continuato a nuove e interessanti sorprese, tra cui la scoperta di un teatro, un circo e una cantina per il vino: strutture che completano la composizione della grande residenza romana.
Nel casale moderno è allestito un Antiquarium che conserva pezzi scultorei e architettonici di grande pregio rinvenuti durante gli scavi.
© Sergio Natalizia - 2024
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