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Sibille ed Angeli

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Sibille ed Angeli
(1515) -  Raffaello Sanzio - S. Maria della Pace

Eseguito da Raffaello intorno al 1515, "Sibille ed Angeli"  è uno straordinario affresco di oltre sei metri di larghezza all'interno della Basilica di Santa Maria della Pace, ma visibile anche da una delle sale del Chiostro del Bramante. L'affresco, commissionato dal banchiere senese Agostino Chigi, è uno splendido esempio di bellezza formale e di erudizione. Il perfetto insieme della composizione, scandita dal putto centrale e dalla contrapposizione armonica delle figure, tipica di Raffaello, è colmo di rimandi simbolici e letterari. Il rapporto più manifesto è tra gli angeli portatori del messaggio divino e le Sibille che lo annunceranno al mondo, divenendo così essenziali figure di collegamento tra l’era pagana a cui appartengono e quella cristiana imminente. La loro importanza nell'iconografia rinascimentale è anche testimoniata dalla loro viva presenza negli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo. Il confronto tra le sibille di Michelangelo e quelle di Raffaello ribadisce ancora una volta le differenze stilistiche tra i due grandi del '500. Le figure michelangiolesche sono potenti e definiscono plasticamente la loro forza interiore. Quelle di Raffaello sono eleganti e liriche, morbide ed armoniche come quelle di tutta la sua pittura.
Capaci di dominare il futuro conoscendolo in anticipo in quanto veggenti, le quattro figure sono tuttavia interamente attratte in vario modo dall'apparizione degli angeli messaggeri di Dio. Esse si trasformano così in una nuova interpretazione dell'antico in senso cristiano. Dipinte con perfetta simmetria intorno all'arco che sovrasta l'ingresso della seconda cappella Chigi, le quattro Sibille Cumana, Persiana, Frigia e Tiburtina. sono rappresentate da giovani fanciulle, ad eccezione dell'ultima, l’anziana Sibilla Cumana, accanto alla quale Raffaello ha posto i versi di Virgilio che si riferiscono ad una nuova stirpe che "discende dall'alto dei cieli", a ribadire la profezia dell'avvento di Gesù.

Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio nato ad Urbino nel 1483, esordisce nella bottega del padre, Giovanni Santi, e nel primo periodo di attività dipinge sotto l'influenza dello stile del Perugino, da cui si stacca a partire dal 1500. Alla fine del 1504 si reca a Firenze con l'intento di studiare le opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo ma lavora anche per la corte dei Montefeltro a Urbino, dipingendo molte tavole tra cui “San Giorgio e il drago”: l'esito più alto di questi anni è rappresentato dalla Deposizione di Cristo (1507, Galleria Borghese, Roma). Dal 1508, lavora a Roma per i papi Giulio II, che gli commissiona la decorazione di quattro stanze in Vaticano e Leone X che lo nomina prima "architetto della fabbrica di San Pietro" e quindi "conservatore delle antichità romane". Raffaello dipinge direttamente la prima e la seconda stanza (rispettivamente della “Segnatura” e di “Eliodoro”), poi, preso da molteplici impegni e assorbito da varie attività, dipinge solo una parte della terza stanza, la “Stanza dell'incendio di Borgo” (1514-1517), mentre la quarta, la “Stanza di Costantino”, viene realizzata soprattutto dagli allievi. Accanto ai lavori destinati al Papa esegue lavori per i nobili della corte tra i quali il banchiere Chigi, al quale fornisce cartoni per gli affreschi “Profeti e Sibille” e "Sibille e Angeli" in Santa Maria della Pace ed il progetto della cappella funeraria in Santa Maria del Popolo che insieme a Villa Madama testimonia la sua attività di architetto. Tra il 1514 e il 1517 Raffaello realizza dieci cartoni raffiguranti episodi della vita degli apostoli per gli arazzi della Cappella Sistina. Negli anni trascorsi a Roma non trascura pale d'altare, quadri di devozione e ritratti. Tra i quadri di soggetto religioso è doveroso ricordare la “Trasfigurazione” (1517-1520, Pinacoteca Vaticana), rimasta incompiuta alla morte di Raffaello e completata nella parte inferiore dall'allievo Giulio Romano: la tela costituirà un modello importante in cui il carattere spettacolare e drammatico, la novità e l'originalità dell'invenzione, saranno spunto insostituibile e fondamentale per numerosi pittori delle generazioni seguenti, in particolare per Caravaggio e Rubens. Un altro tema prediletto fu la Madonna (“Madonna di Foligno”,1511-12,Pinacoteca Vaticana; “Madonna Sistina”, 1514, Gemäldegalerie, Dresda; “Madonna della seggiola”, 1514, Palazzo Pitti). Tra i ritratti si ricordano quelli di Giulio II e di Leone X come pure i ritratti di donne, tra cui la “Velata” e la “Fornarina” (1518-19, Palazzo Barberini, Roma), entrambi dedicati all'amante dell'artista, la cui immagine è resa con delicatezza di tratto e verità rappresentativa. Raffaello muore a 37 anni, il 6 aprile del 1520 nel giorno del suo compleanno. "Quando Raffaello era in vita la Natura temette di essere vinta e ora che è morto teme di morire" (Pietro Bembo).

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